Poesie

Testo Edizione Nazionale

Commenti alle poesie foscoliane, per un'edizione digitale. Codfica Filippo Pelacci Università di Parma Università di Parma 20??

Questa risorsa è liberamente accessibile per uso personale o scientifico. Ogni uso commerciale è vietato.

Ugo Foscolo Le opere Francesco Pagliai Mario Scotti Gianfranco Folena I Le Monnier Firenze 1985 Poesie di Ugo Foscolo <emph>Sollicitae oblivia vitae</emph> Hor. Ugo Foscolo De Stefanis 1803 Milano Poesie di Ugo Foscolo Seconda edizione accresciuta <emph>Sollicitae oblivia vitae</emph> Hor. Ugo Foscolo Agnello Nobile 1803 Milano

Si codificano qui Odi e Sonetti secondo il testo dell'Edizione Nazionale. Oltre agli elementi strutturali, si codificano anche le diverse varianti occorse nelle edizioni a stampa precedenti quella apparsa a Milano per Agnello Nobile

ALLA AMICA RISANATA Qual dagli antri marini L'astro più caro a Venere Co' rugiadosi crini Fra le fuggenti tenebre Appare, e il suo viaggio Orna col lume dell'eterno raggio, Sorgon così tue dive membra dall'egro talamo, E in te beltà rivive, L'aurea beltate ond'ebbero Ristoro unico a' mali Le nate a vaneggiar menti mortali. Fiorir sul caro viso Veggo la rosa, tornano I grandi occhi al sorriso Insidiando; e vegliano Per te in novelli pianti Trepide madri, e sospettose amanti. Le Ore che dianzi meste Ministre eran de' farmachi, Oggi l'indica veste, E i monili cui gemmano Effigiati Dei Inclito studio di scalpelli achei, E i candidi coturni E gli amuleti recano Onde a' cori notturni Te, Dea, mirando obbliano I garzoni le danze, Te principio d'affanni e di speranze. O quando l'arpa adorni E co' novelli numeri E co' molli contorni Delle forme che facile Bisso seconda, e intanto Fra il basso sospirar vola il tuo canto Più periglioso; o quando Balli disegni, e l'agile Corpo all'aure fidando Ignoti vezzi sfuggono Dai manti, e dal negletto Velo scomposto sul sommosso petto. All'agitarti, lente Cascan le trecce, nitide Per ambrosia recente, mal fide all'aureo pettine E alla rosea ghirlanda Che or con l'alma salute april ti manda. Così ancelle d'Amore A te d'intorno volano Inividïate l'Ore, Meste le Grazie mirino Chi la beltà fugace Ti membra, e il giorno dell'eterna pace. Mortale guidatrice D'oceanine vergini La Parrasia pendice Tenea la casta Artemide E fea terror di cervi Lungi fischiar d'arco cidonio i nervi. Lei predicò la fama Olimpia prole; pavido Diva il mondo la chiama, E le sacrò l'Elisio Soglio, ed il certo telo, E i monti, e il carro della luna in cielo. Are così a Bellona, Un tempo invitta amazzone, Die' il vocale Elicona; Ella il cimiero e l'egida Or contro l'Anglia avara E le cavalle ed il furor prepara. E quella a cui di sacro Mirto te veggo cingere Devota il simolacro, Che presiede maromoreo Agli arcani tuoi lari Ove a me sol sacerdotessa appari Regina fu, Citera E Cipro ove perpetua Odora primavera Regnò beata, e l'isole Che col selvoso dorso Rompono agli euri e al grande Ionio il corso. Ebbi in quel mar la culla, Ivi erra ignudo spirito Di Faon la fanciulla, E se il notturno zeffiro Blando sui flutti spira Suonano i liti un lamentar di lira: Ond'io, pien del nativo Aer sacro, su l'Itala Grave cetra derivo Per te le corde eolie, E avrai divina i voti Fra gl'inni miei delle insubri nepoti.
ruggiadosi , , Invidíate ,

Testo nel testimone selezionato

Seleziona un testimone per visualizzare il testo modificato.